Marani : ”Volevo essere decisivo. Obiettivo primario è il mantenimento della categoria.”
-Sicuramente la vittoria, dopo un periodo no, serviva. -attacca Marani-Ma il risultato non era l’unica cosa che cercavamo. Era importante per noi ritrovare quelle certezze che stavano venendo un po’ meno nell’ultimo periodo, soprattutto in trasferta. Quindi si, tre punti che fanno classifica certo, ma anche tanto morale. Per quanto riguarda il calcio di rigore, tutto nasce da una situazione particolare, il tocco di mano c’è stato. Sosi fa scorre la palla con braccio attaccato al corpo, dal petto poi alla mano. Non protesta nessuno tanto che quando l’arbitro fischia nessuno aveva capito cosa avesse visto. Finalmente sono stato decisivo come volevo da inizio anno, più che per i tre punti come detto per l’umore mio e della squadra. Diciamo che è stata un’iniezione di fiducia particolare, volevo dare di nuovo la percezione che “ecco, io ci sono”. E parare un rigore, per giunta a fine gara, per un portiere è la via migliore per sentirsi di aiuto alla squadra. Vero, non ho parato male in stagione, però in questo momento mi è capitato di stare inoperoso per quasi novanta minuti di partita e prendere gol nell’unica situazione avversaria. Quasi sempre poi per degli episodi. Io vorrei sempre sentirmi utile-continua Marani-Infatti contro il Fabriano ad esempio mi sono esaltato, mi mancavano questi momenti e queste parate. Prima addirittura scherzavo con me stesso e con gli altri nello spogliatoio dicendo: “Portatevi un paletto a posto mio, tanto è uguale”. Questo episodio mi è servito anche per prendere ancora più confidenza con la responsabilità, cosa che mi piace parecchio sentire. Ma comunque va bene essere inoperosi, la nostra difesa è veramente di primo ordine. Il nostro obiettivo resta la salvezza, inutile fare voli pindarici. Prima i fatidici quaranta punti, poi vediamo.-Chiusura sullo staff tecnico :-Devo dire che è nata sabato questa storia. Il mister Fioravanti mi ha detto: “Portati il cappellino che il campo è strano”. Io inizialmente non ho dato molto peso alla cosa perché non sono un amante del cappello in campo, se non quando è strettamente necessario. Ecco poi lo è stato. Ad Urbino il sole scende in maniera strana. Fortuna lui che lo ha portato. Con mister Amadio c’è un rapporto schietto. Devo davvero tanto a lui, ho condiviso una bella esperienza a Servigliano e in generale è grazie a lui che sono a Colli oggi, mi ha voluto fortemente. Un tipo appunto schietto e sincero, che ti carica a mille. E ti dice tutto in faccia. Con mister Silveri poi va tutto benissimo, ho conosciuto una persona davvero eccezionale e mi sto trovando davvero bene anche al livello di lavoro, tecnico e tattico. Credo sia naturalmente impossibile non andare d’accordo con lui. “